Cantù annulla Olimpia e prenota la finale

vs

Risultati

Squadra1234T
Pallacanestro Cantù2224232190
Olimpia Milano1121171261

Big match al Palafamila di Seveso per la semifinale d’andata dei playoff Gold U17 eccellenza, con la due favorite alla vittoria del titolo regionale pronte a darsi battaglia. Padroni di casa desiderosi di cancellare la doppia sconfitta patita nel girone di qualificazione, Olimpia fresca reduce (in assetto U16) da una eccellente prova al torneo di István (Ungheria), dove ha battuto Bayern Monaco, Orange 1 Bassano e la nazionale Lettone, perdendo solo con Joventut Badalona.

Primo quarto

Cantù parte fortissima. In attacco Zimonjic è imprendibile (suoi i primi 8 punti di Cantù), mentre in difesa funzionano molto bene gli aiuti e le rotazioni sulle penetrazioni che costringono gli ospiti a numerose palle perse. Olimpia allora ci prova da fuori, ma è notte fonda (sarà 0/6 da tre alla fine del primo quarto). Inoltre, dopo un 0/4 iniziale dalla lunga distanza, Cantù comincia a macinare anche dall’arco (5/12 alla fine del primo quarto) e mette a frutto in attacco la sua maggiore fisicità sotto canestro, garantendo un discreto numero di seconde occasioni. Nemmeno il marchio di fabbrica di questa Olimpia, l’attacco in transizione, funziona stasera, perché la difesa di Cantù è sempre puntuale nei rientri. Il quarto si conclude così sul 22-11.

Secondo quarto

Olimpia continua a essere disordinata con spaziature non corrette in attacco, mentre in difesa manca l’intensità ai ragazzi di Cardelli per stare al passo con una Cantù che è pressoché perfetta in ogni fondamentale. Alcune sporadiche iniziative di Olimpia (Chauveau, Dozio, Trezzi) non cambiano l’inerzia della partita che rimane saldamente in mano ai ragazzi di Saibene. Sul -17 (30-13) coach Cardelli chiama TO e sprona in maniera decisa i suoi ragazzi (ne sanno qualcosa le mura del palazzetto). Nemmeno questo serve però a scuotere Olimpia dal suo torpore, Cantù continua nel suo show da fuori (6/10 da tre in questo secondo quarto, 2/7 per Milano) e mantiene un vantaggio importante di +14 alla pausa lunga (46-32).

Terzo quarto

Chi si aspettava la remuntada di Olimpia è rimasto deluso. La fiammata iniziale di Chauveau che riporta Olimpia a -10 è un fuoco di paglia perché i successivi quattro attacchi di Milano vanno a vuoto, puntualmente puniti con i canestri di Ventura e Molteni. Malano si iscrive alla gara del tiro da fuori con due triple, mentre Bandirali e Pavesi agguantano tutto quello che arriva sotto i due canestri. Olimpia non trova alcuna contromisura per limitare i lunghi canturini e continua a incrementare il numero delle palle perse. Con le due triple in successione di Redaelli il vantaggio di Cantù si dilata fino al +20 alla fine del quarto (69-49).

Quarto quarto

Rimane netta la differenza in termini di intensità messa sul parquet dalle due compagini. Anche quando i giocatori di Milano appaiono chiaramente in vantaggio sulle palle vaganti, alla fine è sempre Cantù a uscirne vincitrice. Stesso copione sui rimbalzi. Bandirali, fino ad allora fermo a 4 punti, sale in cattedra anche in attacco e realizza 7 punti nel quarto. Olimpia si demoralizza sempre più e a Cantù basta mettere il pilota automatico per controllare l’andamento del match e incrementare ulteriormente il vantaggio finale a +29.

Conclusioni

Meritatissima vittoria di Cantù che mette sul campo intensità, concentrazione e percentuali irreali nel tiro da tre (11/22 a metà gara, alla fine saranno 42 i punti realizzati dall’arco dei 6,25m). Sotto i tabelloni i due lunghi dettano legge, le rotazioni in difesa sono puntuali e le responsabilità in attacco condivise (4 i giocatori in doppia cifra, Malano, Gualdi, Zimonjic, Bandirali). Saibene fa ruotare sapientemente gli atleti a sua disposizione in modo da garantire sempre forze fresche sul parquet. Una vittoria davvero di squadra insomma. Dall’altra parte, un’Olimpia troppo brutta per essere vera. Un po’ per merito degli avversari e un po’ per demeriti propri, la squadra di Cardelli non è mai riuscita a esprimere il gioco collettivo mostrato fino a ieri. Una circolazione della palla spesso lenta e spaziature non corrette hanno condotto a numerose palle perse e tiri forzati. Sotto i tabelloni non c’è stata storia (Tornese assente per infortunio) e quando si è tentata la strada del tiro da fuori le percentuali sono state infauste. Un crollo così verticale non era certo atteso ma evidentemente (al netto degli indubbi meriti degli avversari) anche la faticosa trasferta in Ungheria ha esatto il suo dazio in termini di energie psicofisiche. Cantù mette così una serissima ipoteca sul passaggio alla finale. Ritorno ad Assago domenica 9 febbraio alle 18.00.